La Vera Storia dell’Esorcismo di Emily Rose

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Uno degli esorcismi più dibattuti del mondo e diventato un film horror nasconde una storia ancora più inquietante.

Il film è uscito nel 2005 e si sviluppa su due piani temporali: quello degli avvenimenti della giovane Emily e le ricostruzioni durante il processo che si è tenuto in seguito alla sua morte. Non voglio dilungarmi troppo a parlare del film in sè. Vi dico solo che a me personalmente ha molto inquietato proprio perché viene analizzata anche tutta la parte più cinica e razionale, fino a non lasciare più spazio ad ulteriori interpretazioni.
Vi lascio qui sotto il trailer in caso vogliate rinfrescarvi la memoria.

Il film lo potete tranquillamente reuperare su Netflix.

Il Film

Trama

La giovane studentessa Emily Rose (Jennifer Carpenter) muore in seguito ad un rito di esorcismo; il prete che l’aveva praticato, Padre Moore (Tom Wilkinson), viene accusato di omicidio colposo. La Chiesa vorrebbe che Padre Moore accettasse il patteggiamento che prevede 12 mesi di reclusione, ma l’uomo insiste a dichiararsi innocente e a voler figurare dinnanzi alla corte, per portare il caso all’attenzione pubblica e “far conoscere la vera storia di Emily Rose”. L’avvocato difensore di Padre Moore, Erin Bruner (Laura Linney), che inizialmente si dichiara agnostica, comincerà a sperimentare eventi paranormali e a cambiare la sua visione e opinione sulla tragica storia di Emily.

Legal Thriller o Christian Horror?

SI tratta di base di un legal thriller, proprio perché segue le vicende legali che hanno luogo in seguito alla morte di Emily durante un esorcismo, ma assume le sfaccettature del Christian horror durante i vari flashbak e le ricostruzioni che accompagnano il processo. Come ogni film con una base cristiana, c’è l’eterna lotta del Bene, i religiosi, contro il Male, i demoni o il Demonio. Oltre a questi due elementi ce n’è un terzo fondamentale: l’innocente, quello che viene utilizzato dal Male come tramite verso il mondo reale e che il Bene cerca in tutti i modi di salvare. Spesso non è questo l’obiettivo principale, quanto più il fermare l’avanzata del male.
In generale, come anche nella maggior parte dei film di genere dai vari The Conjuring, all’Esorcista, la vittima è una bambina, simbolo di innocenza e fragilità, che deriva da una famiglia o non cristiana – Regan MecNeil non era stata battezzata – o da una situazione disagiata: genitori separati, stato di povertà ecc. Per canzonare certi buontemponi si potrebbe dire che “se la sono cercata”.
A rendere questo film più disturbante è che Emily è in realtà un ragazza molto devota che non ha mai sgarrato – e soprattutto non ha mai fatto cavolate come aprire una scatola con all’interno un Dybbuk o giocare ad evocare spiriti con la tavola Ouija. Pare in generale che venga colpita dalle forze del male senza uno scopo cinematografico: riappacificare la famiglia o far ragionare qualcuno su qualcosa come la perdita della fede o altro. C’è il Male fine a sè stesso che non vuole far altro che beffarsi della vita e far soffrire chiunque gli capiti a tiro.

In generale non ci sono gli elementi tipici del film horror con scene particolarmente esplicite o jumpscare. Diciamo che in generale è la storia in sè a mantenere le ambientazioni oscure e inquietanti. La paura che si avverte durante la visione del film è data dalla reinterpretazione dei flashback direttamente dal punto di vista di Emily o di altre persone presenti nei momenti clou. Non c’è quindi un narratore esterno o una ripresa in terza persona. Questo manipola e suggestiona anche la mente dello spettatore che fino alla fine, e anche dopo in realtà, rimane con il dubbio su quale sia la verità. Possessione o malattia mentale?
Ma alla fine la fede non è una cosa fisica e materiale che può essere rappresentata o spiegata a parole e in questo film rimane lo stesso libero arbitrio che abbiamo tutti di diritto.

La Vera Emily Rose

Passiamo ora al succo di questo articolo, ossia la vera storia cui si sono ispirati per girare questo film.


Vi avviso che sarà un storia cruda, perciò se siete particolarmente sensibili vi sconsiglio di continuare la lettura.

Anneliese Michel

La storia è quella della ragazza tedesca Anneliese Michel, seconda di cinque figlie.

Annelise nasce il 21 settembre del 1952 e viene educata secondo la fede cristiana cattolica. Nel 1956 perde la sorella maggiore a causa di un tumore.

Fin da piccola si mostra di salute cagionevole ma i primi veri sintomi di un malessere che non l’avrebbe mai più abbandonata, si mostrano intorno ai quattordici anni. Un giorno, mentre era a scuola, sembrava essere assente, come in trance, senza poi averne ricordo; dopo circa un anno la ragazza iniziò anche a soffrire di convulsioni, precedute dal fenomeno di “assenza”, scambiato per uno stato di trance. La seconda volta che le capita, i genitori decidono di portarla da un medico, un neurologo, che le diagnostica l’epilessia del lobo temporale, un disturbo cronico che può causare:

  • convulsioni,
  • perdita di memoria
  • allucinazioni sensoriali (visive, uditive, olfattive)Oltre a questi sintomi, i pazienti epilettici possono soffrire della sindrome di Geschwind (descritto in questa pagina della FOREP), che influisce su alcuni aspetti comportamentali, portando alcuni soggetti a mostrare aggressività, depressione e tendenze all’iperreligiosità oltre a dimostrarsi facilmente suggestionabili.
Anneliese Michel durante una crisi

Anneliese comincia una serie di terapie prescrittale da diversi neurologi. I sintomi non sembrano migliorare, anzi, si aggiungono paralisi degli arti, rigidità generale, incapacità di parlare. In ogni modo, nel 1973 si diploma e la sua vita prosegue con l’iscrizione in università con l’obbiettivo di diventare maestra elementare. Ma le cure non sembrano sortire alcun effetto e la sua salute è destinata a peggiorare, tanto da convincersi, insieme ai suoi genitori, che sia in atto qualcosa che va oltre la patologia fisica e mentale, qualcosa di più oscuro e spaventoso. Anneliese è posseduta dal Demonio.

Convinta di ciò, iniziano le allucinazioni. Il Diavolo le appare ovunque, i demoni le sussurrano all’orecchio, la minacciano che sarebbe marcita all’inferno.

La famiglia iper religiosa si rivolge immediatamente ad alcuni sarcedoti che la esortano a continuare le cure mediche aggiungendoci qualche preghiera in più, di mostrarsi più devota al Signore.
Questa situazione si protrae per circa cinque anni, durante i quali i deliri di Anneliese non fanno che aumentare. La ragazza rimaneva in ginocchio tutto il giorno a pregare (fino a 400 volte in un solo giorno), strisciava sotto il tavolo e abbaiava anche per due giorni di seguito, mangiava ragni e carbone, e leccava da terra la sua stessa urina.
I genitori, sfiniti e senza speranze, ma sempre convinti che la figlia fosse effettivamente posseduta dal Diavolo, si mettono a cercare un sacerdote disposto a praticare un esorcismo.

Arriviamo al 1975 quando il vescovo Josef Stangl la dichiara effettivamente posseduta dal Demonio, passaggio fondamentale per l’approvazione di un esorcismo. Anneliese ottiene quindi il permesso di sottoporsi ad un esorcismo nel tentativo di liberarsi dei demoni che la tormentano che, come ci insegna anche L’Esorcista, non si muovono mai da soli. Ad abitare il suo corpo, infatti, paiono essere in sei: Hitler, Caino, Nerone, Fleischmann (un sarcerdote scomunicato), Giuda e Lucifero. In prima linea a combattere questi sei demoni, si mettono all’opera due religiosi: Ernst Alt e Arnold Renz, che in dieci mesi praticheranno una cosa come 67 esorcismi, ognuno della durata di quattro ore, durante i quali affermava di voler

morire per espiare i peccati dei ragazzi ribelli del giorno d’oggi e dei sacerdoti apostati della chiesa moderna”.

La situazione non faceva che peggiorare, tanto che le sue condizioni diventavano sempre più critiche: si era rotta le ossa delle ginocchia, a forza di inginocchiarsi per pregare, aveva smesso di mangiare e bere, perché i demoni glielo impedivano.
Il suo corpo era talmente debilitato che 1° luglio del 1976, all’età di 24 anni, Annaliese morì di malnutrizione e disidratazione. Pesava appena 30 chili.

I suoi genitori e i due esorcisti furono processati per omicidio colposo. Anneliese avrebbe probabilmente potuto salvarsi se, ricoverata in ospedale, fosse stata sottoposta ad un’alimentazione forzata tramite flebo. I due sacerdoti furono condannati a sei mesi di carcere, mentre i genitori non subirono alcuna punizione, perché, secondo la legge tedesca, avevano già “sofferto abbastanza”.

Era veramente posseduta

Come sempre l’opinione pubblica si divide in due: chi crede che effettivamente la ragazza fosse in balia della possessione dei demoni (come la sua famiglia, gli amici o altri componenti della comunità religiosa) e chi li considera solo degli esaltati che hanno rifiutato alla ragazza delle cure mediche che, a detta di alcuni medici, avrebbero potuto salvarla.

C’è da tenere presente anche alcune tesminionianze che riportano come durante le presunte possessioni, fosse dotata dotata di una forza sovrumana, tanto da dover essere tenuta ferma da più uomini e che parlasse lingue antiche a lei sconosciute come greco, latino e aramaico (riuscendo inoltre a parlare con due diverse voci contemporaneamente).
Per i più scettici sono ancora disponibili le registrazioni contenti la voce, o le voci, di Anneliese.

lapide di anneliese michel

Oggi la scienza è generalmente d’accordo sul considerare quello di Anneliese Michel un caso di schizofrenia. Quel che è certo è che la sua storia continua a far discutere ancora oggi all’interno della comunità cattolica, e la sua tomba è tuttora meta di pellegrinaggio di persone che si recano alla lapide per chiedere il suo aiuto lasciando biglietti di richieste. Per queste persone forse la vicenda di Anneliese rappresenta un trionfo dello spirito sulla scienza, oppure una vittoria del Bene sul Male. Sta di fatto che rimarrà il dubbio se questa povera ragazza si sarebbe potuta salvare.

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