L’Istituto – Stephen King

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Foto del libro L'istituto di Stephen King
Edizione Sperling&Kupfer con copertina rigida
Pagine: 561

Stephen King non necessita di grandi presentazioni. Il re dell’horror ha, infatti, all’attivo una cosa come più di 70 titoli tra romanzi e raccolte di racconti. Molti di questi li abbiamo visti sul grande schermo in trasposizioni cinematografiche che ci hanno sia soddisfatto che non proprio convinti. Ma si sa, nessuna realtà può superare l’immaginazione che regala un libro.
Ma oggi vorrei parlarvi di un suo romanzo recente: L’Istituto.
Arrivato in Italia il 10 settembre 2019, è un libro che pur abbracciando appieno la tendenza narrativa del re degli ultimi anni, fa sentire un pochino di quel malinconico senso di inquietudine tipico di King.

Di cosa parla

In breve e senza spoiler. Dei ragazzini/bambini con capacità speciali vengono rapiti e costretti a subire orrendi esperimenti. Ho apprezzato un lontano parallelismo con la trama di un manga che mi piace molto dal titolo The Promised Neverlad che ha contribuito a farmi apprezzare questa storia.

Cosa mi è piaciuto e cosa no

Come anticipato sopra, sicuramente le similitudini con il manga mi hanno aiutata ad affrontare la lettura con il piede giusto. Ma, la cosa che più ho apprezzato e che più apprezzo in generale di King, è la schiettezza narrativa. I bambini hanno spesso dei ruoli importanti all’interno dei racconti del re ma questo non lo porta a scriverne in modo bonario. Quello a cui mi riferisco è il forzato politically correct cui leggiamo spesso. Bè, lui non ce l’ha. Bambini, donne, uomini hanno tutti lo stesso trattamento, anzi riesce a sviscerare le debolezze, la parte più oscura di ognuno dei suoi personaggi e portarla nero su bianco.

Quello che mi è piaciuto meno, invece, è che avrei preferito che la narrazione si fosse maggiormente concentrata sugli avvenimenti nell’istituto. Avrei preferito un’introduzione dedicata a quello piuttosto che ad alcuni personaggi, perché tuttora mi rimane un po’ di amaro in bocca sul non sapere di più sulla nascita dell’istituto e su ciò che è accaduto. Ma forse era proprio questo il suo obiettivo. Lasciare un alone di mistero e nasconderlo dietro una sottile nebbia.

La parte che ho preferito – SPOILER ALERT

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO – Ok, se sei arrivato a leggere fin qui, sappi che finisce la zona sicura. Da qui in poi seguiranno spoiler.

Di tutto il libro la parte che più mi ha colpita è stata la morte di un personaggio. Mi sto riferendo al suicidio di Maureen Alvorson, l’addetta alle pulizie/spia dell’istituto. Dopo avere aiutato Luke a scappare, decide di porre fine alla sua vita impiccandosi nel bagno di una delle stanze e lascia un messaggio sullo specchio scritto con il rossetto:

L’INFERNO VI ATTENDE. SARÒ LÌ AD ASPETTARVI.

Eccovi l’estratto:

Estratto della mia parte preferita
Estratto della mia parte preferita

Il dubbio che Maureen facesse il doppio gioco con i ragazzi l’ho sempre avuto, ma ammetto che anche io sarei cascata nella sua trappola, tant’è che mi sono affezionata al personaggio. Fino alla fine ero quasi certa avrebbe trovato un modo per proseguire e affrontare i dirigenti dell’Istituto, nonostante le sue condizioni di salute fossero già state esplicitate. Insomma pensavo avesse ancora un ruolo nella storia, a parte quello di farci scoprire i forni crematori della Seconda Casa.

Piccola critica

L’unica critica che mi sento di muovere riguarda l’atteggiamento superficiale dei dipendenti dell’istiuto. Stiamo parlando di un posto in cui vengono (mal)trattati ragazzini TK e TP con il chiaro intento di aumentare le loro capacità e risvegliarne eventuali altre latenti. Possibile che abbiano un sistema di sicurezza e una noncuranza tali da permettre la fuga di uno dei ragazzini da sotto la recinzione e non accorgersene se non dopo svariate ore? Inoltre, davvero non hanno mai preso in considerazione l’eventualità che questi ragazzini potessero trovare il modo di comunicare tra loro ed unire le loro forze nello stesso modo in cui loro stessi fanno commettere loro gli omicidi?

Il finale

Finale bomba. Ritmo calzante e avvenimenti imponenti. Sappiamo tutti quanto i finali siano infidi e rischiano di rovinare le migliori delle storie. Così non è per L’istituto. Piccola considerazione: il libro sarebbe potuto finire a pagina 533, ma King ha aggiunto un ultimo breve capitolo intitolato L’uomo con la zeppola in cui ci vuole spiegare meglio i meccanismi dietro la nascita degli istituti. Forse un modo per preannunciare un possibile seguito?

Questa è la mia opinione su L’istituto di Stephen King. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi. Vi è piaciuto? Cosa non vi è piaciuto? Fatemelo sapere con un commento.

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