La stregoneria – parte 3. Torture, streghe italiane e magia moderna

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Eccoci arrivati all’ultima parte della saga dedicata alla stregoneria. Oggi mi concentrerò principalmente sui casi del nostro bel Paese e la magia moderna. Prima, però, concludo la èarte sulla caccia alle streghe parlandovi delle principali torture utilizzate.

Le torture delle streghe

Le torture utilizzate nel medioevo e, nello specifico, quelle dedicate alle streghe, hanno ispirato tantissimi film e serie tv. Basti pensare alla sadicità di Saw – L’enigmista. Pensare che nella storia ci sono effettivamente state persone che hanno dovuto subire quelle torture fa venire i brividi. Ma vediamo più da vicino alcune delle più utilizzate.

  • Le turcas: venivano strappate le unghie con lunghi aghi infilati sotto le stesse.
  • Immersione con sgabello: questa tortura veniva utilizzata maggiormente per le donne anziane. Venivano legate ad uno sgabello di legno e poi immerse in uno stagno o in un lago. Se tornavano a galla, cosa che purtroppo succedeva spesso, venivano condannate. Le più anziane non sopravvivevano allo shock dell’immersione.
  • La ruota: venivano legate alla ruota di un carro con delle corde e poi venivano colpite braccia e gambe con dei martelli. Successivamente il malcapitato poteva essere lasciato legato alla ruota in attesa della morte.
  • Schiacciamento: veniva messa una tavola con dei pesi, sempre maggiori, sul corpo della malcapitata. Questa tortura è stata utilizzata a Salem nel 1692.
  • La vergine di Norimberga: conosciuta anche come vergine di ferro, consisteva in una sorta di sarcofago a grandezza naturale con le sembianze di una fanciula. All’interno avevano degli spuntoni appuntiti messi in una posizione tale da non ledere gli organi ma infliggere una profonda e prolungata agonia. Spesso la morte sopraggiungeva per dissanguamento dopo diversi giorni.
  • Il topo: veniva inserito un topo nella vagina o nell’ano, con la testa rivolta all’interno. Questo cominciava a scavare e mordere per uscire. Spesso la bestiola veniva cucita all’interno del sospettato le cui sorti erano segnate da dolori lancinanti. Una variante vedeva il topo appoggiato sul ventre e poi bloccato con un secchio alla base del quale veniva acceso un fuoco. Nel giro di breve tempo cominciava a scavare per cercare una via di fuga.
  • La sedia delle streghe: o sedia inquisitoria, consisteva in una sedia ricoperta di chiodi o vetri rotti sulla quale venivano fatte sedere le sospettate. Questa tortura veniva utilizzate per le donne che si mostravano particolarmente resistenti, o per ottenere confessioni rapide.
  • Annodamento: venivano legati i capelli lunghi delle donne ad un bastone e poi ruotato più volte a strappare i capelli o, in alcuni casi, a strappare lo scalpo. Questa è stat una delle prime torture usate contro le streghe nel 1400.
  • Piramide: consisteva in un blocco a forma piramidale su cui la vittima veniva posizionata a cavalcioni con la punta a panetrare la vagina o l’ano. Spesso venivano aggiunti dei pesi alle caviglie e dei bracieri sotto i piedi.
  • cavallo spagnolo: funzionava alla stessa maniera della piramide, ma era a forma di cavalletto dalla superficie tagliente.
  • Lo sciaccia-seni: tenaglie, alle volte roventi, usate per schiacciare i seni.
  • La candela della strega: consisteva nel legare la donna su una tavola e metterle in bocca una candela di cera o sebo e accenderla. La cera bollente le si riversava sul viso ustionandola.
  • La tavola: la persona veniva distesa su una tavola di legno con i polsi e le caviglie legati con delle funi a dei rulli. Questi venivano fatti ruotare tirando le articolazioni fino a slogarle.
  • La forcella dell’eretico: questa era una tortura studiata perché non lasciasse segni evidenti sul copro del torturato. Consisteva in due forche, una sul torace e una sotto il mento. A queste si aggiungeva un collare al quale venivano legati i polsi da dietro la schiena. Il malcapitato veniva costretto a stare sveglio immergendolo nell’acqua fredda.
  • Il palo: era rivolta ai maschi sospettati di stregoneria. Venivano legati ad un palo e tormentato con tizzoni ardenti.
  • La culla della stregha: le streghe venivano chiuse in un sacco e appese ad un albero e lasciate dondolare fino ad avere le allucinazioni.
  • Ingurgitare l’acqua: la sospettata veniva costretta a ingurgitare grandi quantità di acqua con l’ausilio di un imbuto. Spesso si superavano i 10 litri di acqua. Le più resistenti al dolore venivano fatte sdraiare a pancia in giù.
  • Lo spacca-ginocchia: era una morsa con punte metalliche o di legno chiusa intorno alle ginocchia e stretto. Questa era usata sopratutto dall’inquisizione spagnola.
  • Lo stivale: consisteva in uno stivale all’interno del quale venivano inseriti dei chiodi, costringendo il malcapitato ad una vita da storpio.
  • Lo stupro: c’è poco da dire su questa tortura che veniva utilizzata anche ai danni di bambine sospettate di stregoneria. Spesso venivano usati strumenti appuntiti.

Le ordalie

Le ordalie non sono state concettualmente pensate per essere delle torture, bensì delle prove cui venivano sottoposte le streghe per giudicarne la colpevolezza.

  • L’ordalia del fuoco: l’accusato doveva subire esorcismi e benedizioni per 3 giorni, durante i quali doveva osservare il digiuno. Al termine di questa “preparazione”, ci potevano essere due varianti della prova. Nella prima il sospettato doveva trasportare un ferro rovente per una certa distanza. Maggiore era il reato, maggiore era il peso e la dimensione del blocco di ferro. Chi non riusciva portare a termine la prova veniva condannato per stregoneria. Viceversa, chi riusciva ad arrivare a destinazione veniva curato per tre giorni, al termine dei quali se le ferite guarivano completamente, allora era colpevole. La seconda versione prevedeva che il condannato camminasse nudo su carboni ardenti.
  • L’ordalia dell’acqua calda: come per l’ordalia del fuoco, anche in questo caso era prevista una preparazione di purificazioni di 3 giorni. Dopodichè il sospettato doveva immergere le mani nell’acqua bollente. La profondità dipendeva dalla gravità del reato (le donne dovevano immergersi finoa i gomiti). Dopo 3 giorni venivano giudicate le condizioni delle bruciature e, ancora, se fossero guarite avrebbe significato “colpevolezza”.
  • L’ordalia dell’acqua fredda: dopo i 3 giorni di purificazione, la sospettata veniva immersa nell’acqua per un certo periodo di tempo. se galleggiava allora era una strega. Spesso le poverette morivano annegate.

I casi italiani

Anche in Italia, come nel resto d’Europa, si sono registrati numerosi processi alle streghe. La maggior parte si concentrano nel Nord Italia nella prima parte del ‘500. Il fatto curioso è che sembra che a Roma, sede del papato, pare non ci siano mai state streghe!
Il processo più famoso è sicuramente quello di Triora, un piccolo comune della Liguria, conosciuto per essere la Salem di’Italia per la sua crudeltà. Qui ci sono state tantissime accuse per i reati più disparati, dalla stregoneria, a fornicazioni con il demonio, a infanticidi rituali, fino a giocare a palla con neonati rapiti, insomma di tutto e di più. La prima zona colpita dalla caccia alle streghe è stato Cabotina, il quartiere più povero del paese in cui vivevano molte donne sole. Inoltre le zone maggiormente legate alla presenza della streghe erano quelle che comprendevano specchi d’acqua, in quanto l’acqua era considerato un elemento molto legato alle fasi lunari e quindi suscettibile alla magia. Dai laghi, agli stagni, al lavatoio, alle fontane, insomma ad essere sospette erano sempre le zone maggiormente frequentate dalle donne. Le sospettate di Triota vennero portate a Genova e lì torturate. Non si conosce la sorte di queste povere donne.
Oggi si può visitare il paese e le case delle streghe divenute delle carceri.
Un’altra delle più grandi caccia alle streghe è stata quella della Val Camonica, valle lombarda vicino al Lago d’Iseo, dove si sono registrati dai 62 agli 80 roghi e un centinaio di pene di morte. Le accuse erano di provocare siccità, con una speciale polvere data loro dal demonio, e di far ammalare animali e persone. Nello specifico il fulcro degli incontri tra i sabba era il Monte Tonale, al confine con il Trentino, luogo evitato dai pellegrini.
A Como sono stati registrati almeno 60 roghi. La stazione ferroviaria di Como si trova dove un tempo sorgeva un convento domenicano. All’interno di questo convento, tra il XIII e il XVII secolo, sono state torturate, processate e mandate al rogo il maggior numero di streghe di qualsiasi altro tribunale.
Benevento è diventato famoso soprattutto per essere stato citato nel Malleus Maleficarum. Qui le streghe erano riconoscibili solo di notte quando si spalmavano uno speciale unguento in grado di farle volare. Le accuse erano di causare aborti, deformità nei neonati, intrecciare le criniere dei cavalli e farli trovare stremati al mattino. Una curiosità è che è proprio qui che nasce la credenza che le streghe, quando si trovano davanti ad una scopa, siano costrette a contarne i fili. Infatti si usava lasciare una scopa fuora dalla porta di casa perchè le janare (così venivano chiamate le streghe) potevano passare sotto la porta di casa.
Le streghe più antiche e potenti, erano però quelle di Volterra. Il luogo prescelto per i ritrovi era il grande sasso della Mandringa sotto il quale, naturalmente, si trova una falda acquifera. Si racconta che la prima strega italiana, Aradia, vivesse proprio a Volterra. Condannata a morte dalla Chiesa, sparì nel nulla il giorno dell’esecuzione. Sempre a Volterra è vissuta un’altra famosa strega, la strega dei rondinini, Elena di Travale. Si dice che uccidesse le rondini facendole bollire nell’acqua e dai copri ne ricavasse una polvere che utilizzava per i suoi incantesimi. Nel borgo di Santo Stefano c’è una via dedicata alle streghe.

Streghe moderne

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In conclusione a questo interessante viaggio nel mondo della stregoneria, vi parlo di un movimento recente, nato negli anni ’50, la Wicca.
Il fondatore è Gerald Gardner in seguito ad un viaggio nel sudest Asiatico. La sua iniziazione al culto è datato 1939, ma fino al 1951, in Inghilterra, non erano ammessi culti religiosi di base stregoneschi. Per questo motivo si fissa l’effettiva nascita di questo movimento al 1954.
Negli anni si sono create diverse correnti wicca. Quella originale è la wicca gardneriana che fa riferimento al testo religioso del Libro delle Ombre, in cui vengono annotati tutti i dettagli del culto e dei riti.
La wicca alexandriana del anni ’60, di Alex Sanders, che introduce alcuni elementi della cabala, dell’ermetismo e della magia cerimoniale. Questo movimento è stato il primo a rendere pubblici alcuni rituali.
Dopo un primo periodo di rivalità tra le due fazioni, Vivianne Crowley, sacerdotessa wicca e professoressa universitaria, ha cercato di unire le due correnti creando delle coven ibride.
Ma ora vorrei concentrarmi maggiormente sul culto, più che sull’origine (se vi interessa sapere altro sulle origini, scrivetelo nei commenti e gli dedicherò il prossimo articolo).
In geneale, i principi wicca si basano su realtà neopagane, ossia l’amore verso la Natura (forza vitale e cicli di morte e rinascita), il classico la tua libertà finisce dove inizia la mia o meglio:

Un’etica positiva in cui l’individuo e’responsabile della scoperta e dello sviluppo della propria autentica natura in armonia con l’ambiente esterno e la comunità.

Infine il riconoscimento di un Divino che trascende il genere e che quindi si riconosce sia come figura femminile che maschile.
In ogni caso i principi wiccan sono stati stilati dalla Pagan Federation International e a questi fanno riferimento tutte le correnti del culto.
A questo punto però, come leggete spesso nei miei articoli, si apre un vaso di pandora perché, come per qualsiasi movimento, si trovano molte sette con caratteristiche e principi troppo diversi tra loro per poter fare un discorso generale. Però posso provare a dividerle in due macro gruppi:

  1. Ci sono dei gruppi di streghe e stregoni che hanno deciso di abbracciare le antiche arti magiche e, quindi, rifiutare tutto il progresso scientifico.
  2. Altri gruppi, invece, cercano di eliminare le barriere che separano religione e stregoneria, mettendoli sullo stesso livello, in quanto entrambe cercano un contatto con un qualcosa di soprannaturale e Divino, con la differenza che la stregoneria cerca di controllarlo.

Una delle cose più curiose della religione wicca è che è stata la prima, dopo 2000 anni, a riportare una divinità femminile diventando un importante precursora dei quello che sarà la New Age e la rivoluzione sessuale.

Si conclude il nostro viaggio tra la storia della stregoneria. Ho scelto di talgiare abbastanza corto e dare solo dei cenni e degli spunti per ulteriori approfondimenti, ma se siete curiosi di saperne di più sul mondo Wicca fatemelo sapere nei commenti! Scriverò un bell’articolo approfondito!
A presto,
Ripley.

2 comments

  1. A me interessa un articolo sulle wicca

    1. Allora lo scriverò!!!!

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