AMERICAN HORROR STORY: Murder House – Il Caso Lindbergh

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Ormai lo sappiamo, la maggior parte delle trasposizioni cinematografiche prendono ispirazione da romanzi o da fatti realmente accaduti. Le stagioni, ancora in corso, di American Horror Story raggruppano alcuni dei crimini, o leggende, più famosi d’America. 

Partiamo dalla prima stagione: Murder House.

Andata in onda il 5 ottobre 2011 su FOX, è diventata subito un cult delle serie TV horror.

In questa stagione, come già si evince dal titolo, siamo in presenza di una casa infestata in cui sono avvenuti dei macabri omicidi. Seguiamo, quindi, le vicende di una famiglia, tutt’altro che normale, appena trasferitasi nella nuova casa di Los Angeles, California.

Classico dei classici, la casa viene venduta ad un prezzo stracciato e l’agente immobiliare si “scorda” di riferire alcuni particolari agghiaccianti avvenuti tra quelle mura, tanto da farla diventare un’attrazione turistica per gli appassionati del macabro.

La casa viene costruita nel 1922 dal dott. Charles Montgomery che, per arrotondare, pratica aborti in modo illegale nella cantina di casa. Tutti quei morti cominciano a provocare un cambiamento nella casa che diventa radicale quando, un marito arrabbiato, rapisce il figlioletto del dottore e lo rimanda al mittente fatto a pezzi in una scatola. 

Il dott. Montgomery si mette subito al lavoro per ridare vita al figlioletto finendo, però, per creare un mostro. Inutile dire che la reazione della moglie non è quella che si aspetta il dottore, tanto che alla vista dello scempio sul corpicino del figlio, impazzisce.

In seguito all’omicidio-suicidio della moglie, viene liberata una forte energia, tanta da cominciare ad intrappolare le anime delle persone morte nella casa, purché i loro corpi rimangano all’interno della proprietà.

Vediamo le anime più famose.

Il caso Lindbergh

( Cerco di riportare brevemente tutto il caso che ho scoperto essere particolarmente complicato e articolato. )

Come accennato poco sopra, il figlio dei Montgomery viene rapito e ucciso da un marito o compagno in cerca di vendetta.

Il rapimento del piccolo Taddehus potrebbe far riferimento al fatto di cronaca nera che ha scosso l’America e la famiglia Lindbergh negli anni trenta, più precisamente la sera del 1 marzo 1932 quando, a East Amwell, New Jearsey, il primogenito dell’aviatore Charles Lindbergh e Anne Morrow Lindbergh, viene rapito. Il bambino ha 1 anno e 8 mesi e viene portato via dalla sua stessa casa poco dopo essere stato messo a letto dalla governante intorno alle 20:00.

In casa sono presenti i signori Lindbergh e, appunto, la governate, ma, fino alle 22:00 nessuno si accorge dell’assenza del bambino. Nella camera da letto del piccolo viene trovata una lettera con una firma in calce particolare, appoggiata sul davanzale della finestra aperta.

Firma in calce riportata sulla lettera

Più tardi, la sera stessa, verranno trovati i resti di una scala in legno in un cespuglio nei dintorni della casa oltre a dei segni di pneumatici. Le indagini partono subito, essendo Charles molto conosciuto. Dopo appena 20 minuti giungono sul posto le forze dell’ordine e cominciano ad indagare sulla scomparsa del piccolo Charles Jr. Non trovando indizi utili né all’interno né all’esterno della casa, decidono di aprire la lettera. Al suo interno viene trovata la richiesta di riscatto scritta in un pessimo inglese:

Lettera dei rapitori

“ Dear Sir! Have $50,000 redy 25,000$ in 20$ bills 15000$ in10$ bills and 10000$ in 5$ bills. After 2-4 days we will inform you were to deliver the mony. We worn you for making anyding public or for notify the Police. The child is in gut care. Indication for all letters are Signature (Symbol to right) and three hohls.”

In poche parole è la richiesta di 50000$ in cambio del bambino, in biglietti da 20$, 10$ e 5$. Dice di non informare la polizia né di divulgare la notizia. Il bambino sta bene e gli verrà detto dove lasciare i soldi..

Tuttavia la notizia esplode e casa Lindbergh si trova circondata di curiosi e aspiranti aiutanti nelle ricerche. Tra questi ultimi spiccano i nomi di Herbert N. Schwarzkopf, sovrintendente della polizia del New Jersey, Henry S. Breckinridge, avvocato a Wall Street, e William J. Donovan, futuro capo dell’OSS che assumono la gestione delle indagini. I primi su cui cade la loro attenzione sono gli esponenti della malavita organizzata. Ma simao di fronte ad un vicolo cieco. Pare che la malavita no centri con il rapimento, tant’è che esponenti come Al Capone, Willie Moretti, Joe Adonis e Longy Zwillman si offrono di aiutare la famiglia Lindbergh nelle ricerche del figlioletto.

La notizia del rapimento raggiunge il presidente degli Stati Uniti, Herbert Hoover, – dicevo che Charles Lindbergh era molto conosciuto – che allerta FBI, la Guardia Costiera, il servizio doganale nazionale e di immigrazione e la polizia di Washington D.C. Insomma, vengono coinvolte un sacco di persone alle ricerche del bambino, ma nessuno di loro riesce a scoprire cosa sia realmente successo, né chi si è introdotto nella casa dei Lindbergh. Nel frattempo vengono distribuiti manifesti con la foto e la descrizione del bambino contrariamente q quanto richiesto nella lettera di riscatto. Questo non fa piacere ai rapitori che inviano altre lettere nelle quali alzano la richiesta a 70000$. Tutte le lettere risulteranno spedite dalla zona di Brooklyn.

Uno dei manifesti per il ritrovamento del piccolo Charles Jr.

A dare la svolta al caso è l’entrata in scena di un professore di New York, John F. Condon, che a due settimane dal rapimento di Charles Jr, scrive una lettera a Home News, un giornale del Bronx, nella quale si appella ai rapitori offrendo loro 1000$ se avessero affidato il bambino ad un prete cattolico. Inizia così una sorta di corrispondenza tra il professore e i rapitori. In accordo con i Lindbergh e la polizia, Condon organizza un primo incontro di contrattazione al cimitero di St. Raymond, nel Bronx.

Arrivato sul posto, Condon parla con un uomo incappucciato dall’accento straniero. Lo sconosciuto assicura che il bambino sta bene e promette che gli avrebbe mandato una prova di essere il vero rapitore.

Qualche giorno dopo, viene recapitato un pacco a casa del professore con all’interno il pigiamino del piccolo. Segue un secondo appuntamento, durante il quale Condon consegna 50000$ in certificati aurei contrassegnati da un numero di serie, delle banconote che sarebbero state ritirate a breve, nella speranza di poter risalire all’uomo una volta che li avesse usati. Durante questo incontro, al professore viene dato un biglietto con scritto il luogo in cui si trova il bambino: una barca chiamata Nelly ormeggiata nel porto dell’isola di Martha’s Vineyard, Massachussetts.

Un altro boccone amaro per i coniugi Lindbergh che recatisi sul posto, scoprono che non esiste nessuna Nelly, né traccia del piccolo Charles.

Il ritrovamento e la chiusura del caso

Il 12 maggio, a 7,2 km dalla casa dei Lindbergh, a Mount Rose, un camionista fa una scoperta sconvolgente. Fermatosi per fare i bisogni, al lato della strada scopre un corpicino in avanzato stato di decomposizione che verrà riconosciuto come il figlio di Charles e Anne Lindbergh. Il corpo presenta fratture al cranio e segni di smembramento da parte di animali, oltre ad un goffo tentativo di bruciarne i resti. Una terribile notizia che sconvolge gli Stati Uniti e sulla quale seguiranno altri 2 anni di indagini ed accuse che porteranno al suicidio di una giovane donna sfinita dalla violenza degli interrogatori.

Le indagini termineranno con l’accusa ai danni di un carpentiere di origine tedesca Bruno Richard Hauptmann. La polizia risale a lui proprio grazie ai numeri di serie delle banconote usate nel riscatto che verranno ritrovate anche all’interno dell’abitazione dell’uomo.

Nonostante le prove, l’uomo si dichiara più volte innocente e rifiuterà tutti i patteggiamenti in cambio di una confessione. Per il tribunale le prove sono schiaccianti e il 3 aprile 1936 morirà sulla sedia elettrica nella New Jearsey State Prison.

Un caso veramente chiuso?

Tutt’oggi ci sono dubbi sulla reale colpevolezza di Hauptmann, tanto che, esami svolti successivamente sulla scala a pioli usata per entrare nella cameretta del bimbo, non riportano la presenza delle impronte digitali dell’uomo. Inoltre, la vedova Hauptmann cita più volte lo stato del New Jearsey per aver condannato ingiustamente il marito. Quindi, chi ha ucciso veramente Charles Jr? Un uomo innocente è finito sulla sedia elettrica? Probabilmente non lo sapremo mai e, purtroppo, non cambierà la sorte di un povero bambino innocente ucciso per avidità.

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